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UNIUMA – S.S.M.L. ad ordinamento universitario “P.M. Loria”

Il ruolo del mediatore linguistico-culturale per costruire il futuro dell’integrazione: un’occasione in più per celebrare il ruolo della donna nella sua festa dell’8 marzo

La contemporaneità ci offre la grande opportunità di costruire profili professionali che siano in grado di far dialogare costruttivamente le varie culture che animano le nostre realtà allo scopo di armonizzare società sempre più cosmopolite. La Scuola Superiore per Mediatori Linguistici della Società Umanitaria in cui insegno, la Uniuma, si è prefissa l’alto obiettivo etico di garantire al mercato del lavoro professioniste e professionisti “ponti tra le lingue e le culture” in grado di raggiungere questo obiettivo. La mia esperienza, didattica e professionale, mi insegna che la sensibilità e l’istinto femminili sono particolarmente adatti per favorire il dialogo e l’incontro tra le culture, alzando il livello di non conflittualità tra i popoli e la reciproca conoscenza dei rispettivi culturali.

Ho avuto il privilegio di essere docente per un gruppo di donne straordinarie, provenienti da ogni parte del mondo, tutte accomunate da una missione: diventare mediatrici linguistico-culturali per costruire una società più giusta e accogliente.

Queste donne, laureate in psicologia, fisica, economia, lettere, scienze umane e altre discipline, incarnano il cambiamento. Con competenze accademiche e un bagaglio umano straordinario, si sono impegnate a superare barriere culturali e linguistiche per facilitare il dialogo, l’integrazione e la comprensione tra persone di origini diverse. Un compito cruciale, in un mondo che chiede sempre più ponti e sempre meno muri.

Mediatori tra mondi: il valore dell’integrazione

Il mediatore linguistico-culturale non è solo un traduttore di lingue, ma anche un traduttore di culture, emozioni e aspettative. È una figura chiave per favorire l’integrazione in contesti spesso complessi, dove la diversità può essere percepita come un ostacolo piuttosto che come una risorsa.

Queste donne lavorano nelle scuole, accogliendo studenti immigrati e le loro famiglie. Il loro compito non si limita a facilitare la comunicazione, ma consiste nel rendere il cammino dell’integrazione più umano e più semplice. Sono il punto di riferimento per madri e padri che cercano di orientarsi in un sistema scolastico nuovo, spesso lontano dalle loro abitudini culturali.

Negli ospedali, le mediatrici accompagnano medici e infermieri, creando un ponte tra chi cura e chi ha bisogno di cure. Qui, la comprensione culturale diventa fondamentale: non si tratta solo di capire una diagnosi, ma di rispettare sensibilità e tradizioni, per garantire a ogni paziente dignità e rispetto.

In istituzioni come carceri e questure, queste donne portano pace e comprensione con la loro sola presenza. Operano in contesti di forte tensione, dove l’equilibrio è precario, aiutando a superare conflitti che nascono spesso da incomprensioni culturali. Sono, a tutti gli effetti, ambasciatrici di pace.

Nei consultori, infine, curano le ferite dell’anima, supportando persone in situazioni di vulnerabilità. Grazie alla loro empatia e alla conoscenza delle sfumature culturali, offrono un aiuto che va oltre il semplice ascolto, diventando un sostegno concreto e prezioso.

Donne straordinarie: il cuore del cambiamento

Queste donne non sono solo professioniste, ma anche madri, spesso di due o tre figli, che con amore e dedizione crescono una nuova generazione pronta a costruire il futuro del nostro paese. Provengono dalla Cina, dal Perù, dall’India, dal Marocco, dalla Malesia, dall’Egitto, dal Ghana e da tanti altri Paesi del mondo. Portano con sé un livello di istruzione elevato, una determinazione incrollabile e un amore profondo per il loro paese adottivo, dove non solo si sono integrate, ma contribuiscono attivamente al suo progresso.

Sono donne che si sono spogliate dei titoli e delle gerarchie per intraprendere un cammino condiviso, con un unico obiettivo: diventare figure centrali per il dialogo e l’inclusione. Grazie a loro, l’integrazione non è solo un sogno, ma una realtà che si costruisce giorno dopo giorno.

Il cambiamento inizia qui

Il mediatore linguistico-culturale è più che un professionista: è un simbolo di speranza, una dimostrazione concreta che il cambiamento è possibile. Queste donne, con il loro lavoro silenzioso e determinato, costruiscono un paese più umano, più accogliente, più inclusivo.

Il cammino continua, ma grazie a loro il cambiamento è già iniziato. E forse è proprio questo il messaggio più importante: il futuro si costruisce non con grandi proclami, ma con gesti concreti, con l’impegno di chi, ogni giorno, tende la mano per abbattere barriere e costruire ponti.

Queste donne meritano riconoscimento, non solo per il loro ruolo professionale, ma per il bene inestimabile che fanno al nostro paese e al mondo intero. Ambasciatrici di pace, artefici di integrazione, eroine del quotidiano: sono loro a dimostrare che il cambiamento, quando guidato da anime straordinarie, è davvero possibile.

Çokgezici Nurgul
Mediatrice

 

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